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Arco, 15 settembre 2010
«Per lucro niente show con animali»
Il presidente dell’Ada sollecita una mozione in Comune «contro» il circo
Unesco: «Nessun animale va usato per il divertimento dell’uomo»

da l’Adige di mercoledì 15 settembre 2010

Enrico Leoni, presidente dell’associazione Difesa animali di Arco, torna ad attaccare il circo: dopo quello di Vienna tocca a quello del Brasile.

«Le attività circensi che coinvolgono gli animali e li costringono alla vita in cattività – esordisce Leoni – costituiscono purtroppo ancora la prassi in un paese come l’Italia, dove le istituzioni sono le prime a finanziare gli spettacoli del circo degli animali, che nella maggior parte dei casi nascondono dietro il tendone addestramenti massacranti e maltrattamenti fisici e psicologici».

Ad esempio, sottolinea il presidente del sodalizio, «l’uso della violenza e punizioni esemplari, fintanto che l’animale non capisce che non ha alcuna possibilità di scampo».

A giudizio di Leoni «responsabili della “cultura” del circo con gli animali nel nostro paese sono le stesse leggi che, a partire dal 1968, ne hanno sancito ufficialmente il valore educativo, culturale e sociale e che, sulla base di questo presupposto, stanziano finanziamenti pubblici statali, percepiti a tutt’oggi dai circensi ogni anno.

La legge 337/68 recita infatti che lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore. Vi si stabilisce il diritto al contributo pubblico». «Nessuno dei citati provvedimenti legislativi – lamenta – prende minimamente in considerazione la condizione degli animali, vittime incolpevoli e protagoniste, loro malgrado, delle performance circensi. Non un cenno a regole né a qualsivoglia indicazioni volte a garantire livelli minimi di benessere per gli animali. Il consiglio nazionale per lo spettacolo, istituito dalla legge 163, pur essendo composto anche da rappresentanti del circo, non prevede alcuna figura, ad esempio veterinario, a tutela degli animali utilizzati».

In definitiva, per l’associazione arcense «il circo è una forma di intrattenimento tenuta in vita a suon di contributi statali, con cifre impressionanti». Contributi che Leoni quantifica, mediamente, in 7 milioni di euro pubblici per alimentare quella che definisce «una tipologia di intrattenimento gravemente diseducativa per i bambini, assuefatti così fin dalla più tenera età all’idea di sopraffazione del più debole».

«Noi dell’associazione Difesa animali di Arco – argomenta Leoni – ancora una volta siamo indignati e preoccupati per il nuovo arrivo del circo sul nostro territorio e invitiamo tutte le persone di buon senso, i genitori di bimbi a boicottare il circo ed a rimanere a casa».

L’associazione ha anche già predisposto il testo di una mozione che Leoni invita una o più forze politiche a fare propria e presentarla in consiglio comunale. L’obiettivo è quello di far approvare un’ordinanza che «vieti le esibizioni di circhi con animali, mostre di animali esotici, e qualsiasi manifestazione che veda impegnati esibizioni di animali a scopo di lucro» in virtù del principio che «il rispetto della vita e la tutela del benessere degli animali sono capisaldi del progresso sociale e culturale» e che «la detenzione a vita degli animali nei circhi e la loro costrizione a compiere esercizi» siano «contrari alla loro natura ». Il tutto con il conforto della dichiarazione universale dei diritti dell’animale, proclamata il 15 ottobre 1978 dall’Unesco e che stabilisce che «nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo».

In maggio, quando Leoni era già intervenuto sull’argomento, il circo di Vienna aveva replicato all’associazione: «Alle contestazioni degli animalisti siamo abituati e sono sempre invitati perché si rendessero conto di come trattiamo i nostri animali, ma raramente sono venuti. Chi lo ha fatto ha visto bestie ben tenute, in spazi adeguati, alimentate in modo naturale, sempre controllate dalle aziende sanitarie».

      
 
   

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